Festività a Rohan: Lo Yule

Glæd Geol!

Cos’è lo Yule

La festività dello Yule, era una festività di origine germanica, celebrata sia dai norreni e dagli anglosassoni, lo Yule segnava il momento dell’anno in cui le giornate ricominciavano ad allungarsi dopo il solstizio d’inverno, simboleggiando la rinascita del sole, momento particolarmente sentito soprattutto da quelle popolazioni del nord Europa che soffrivano maggiormente le lunghe giornate buie invernali.

L’invero era un periodo particolarmente difficile ove il più delle volte si dipendeva dalle scorte fatte durante le altre stagioni e il supporto della comunità poteva risultare essenziale per la sopravvivenza.

L’origine della parola Yule deriva dal germanico*jehwlan > jól (norreno)> jul (danese e svedese)> jul o jol (norvegese) in anglosassone géol o géohol e géola o géoli.

Non abbiamo, sfortunatamente, la certezza delle origini del nome, per molti studiosi (tra cui Grimm.) potrebbe derivare dal norreno hjól ossia “ruota”, per altri ancora potrebbe significare “tempo di baldoria” dall’anglosassone gylian o giellan ossia urlare oppure da gýlan cioè “far festa”.

Photo by Kahlu Photographer

Nel linguaggio arcaico e poetico dell’inglese moderno parole come yule-tide o géol / géohol e yule-log o géolstocc vengono ancora usate, con la prima locuzione si intende il periodo delle festività dello Yule e con e con géola o géoli il mese dello Yule, mentre con la seconda invece si intende uno speciale tronco d’albero che veniva selezionato per essere bruciato durate tale festività.

Lo Yule era la festa che segnava il mezz’inverno, un evento da passare in compagnia di amici e parenti dove si festeggiava insieme.


Lo Yule nel Legendarium Tolkeniano

Tolkien era ben a conoscenza di questa festività, non solo perché filologo, glottoteta e linguista, ma anche in quanto appassionato e avido ricercatore di storie e leggende folkloristiche.

Come molti altri elementi storici ed leggendari anche lo Yule entra a far parte del legendarium Tolkeniano ove si possono trovare vari riferimenti a questa festività nelle opere letterarie.

Nelle “Appendice D” al Signore degli Anelli, Tolkien, ci parla espressamente di Yule o Midwinter (festa di mezz’inverno) quando ci viene presentato il calendario degli Hobbit.

Ogni anno cominciava col primo giorno della settimana, sabato, e finiva con l’ultimo giorno della settimana, venerdì. Il Giorno di Mezzo Anno (detto anche Giorno di Mezza Estate), e, negli anni bisestili, il Superlithe, faceva parte a sé, e non prendeva nome da nessuno dei giorni della settimana. Il Lithe precedente il Giorno di Mezzo Anno era chiamato Primo Lithe, quello successivo al Giorno di Mezzo Anno era detto Secondo Lithe. Il giorno con cui finiva l’anno era detto Primo Capodanno (Midwinter) (c.a.); quello con cui cominciava, Secondo Capodanno (Midwinter). Il Superlithe era un importante giorno festivo, ma non cadde mai negli anni che hanno attinenza con la storia dell’Anello. Cadde invece nel 1420, l’anno del famoso raccolto e della incantevole estate, e pare che i festeggiamenti di quell’anno, senza precedenti a memoria d’Hobbit, superassero ogni termine di confronto.”

J.R.R. Tolkien, The Lord of the Rings, Appendix D, “The Calendars”

Risalta immediatamente che per gli Hobbit “I Lithe e i Capodanno (Midwinter) erano le principali festività”, e come è facile intuire dall’utilizzo del plurale queste festività duravano più giorni, in particolare, “il periodo del Capodanno (Midwinter) durava in tutto sei giorni, includendo gli ultimi tre e i primi tre di ogni anno.”

Il calendario degli Hobbit oggi diremmo essere melting pot di diverse culture con cui gli Hobbit entrano in contatto, ma a differenza degli Eldar e dei Numenoreani popoli con i quali sono più a stretto contatto da quando si sono stanziati nella Contea, questo era diviso in mesi di 30 giorni, ai quali venivano aggiunti questi giorni di festività che erano indipendenti dal conto dei giorni del mese.

Nell’approfondire i nomi dei mesi, risalta un altro passaggio interessante per questa nostra ricerca, Tolkien ci dice che la nomenclatura di questi mesi “non seguiva le usanze dell’Ovestron e rimanevano invece fedeli ad antichi nomi locali, che avevano a quanto pare appreso in tempi remoti dagli Uomini delle valli dell’Anduin; in ogni caso, si potevano trovare nomi assai simili nella Valle e a Rohan.”

Migrazione Hobbit

Tra i 12 mesi del calendario hobbit il mese precedente e successivo alla festività prendeva il nome della stessa festa per i Lithe vediamo infatti:

Forelithe(in anglosassone Æ’rra Líþa) prima di Lithe,

Afterlithe (in anglosassone Æftera Líþa), dopo Lithe

Mentre per i Capodanno (Midwinter) troviamo

Afteryule (in anglosassone Æftera Géola), prima di Yule,

Foreyule (in anglosassone Æ’rra Géola), dopo lo Yule.

Secondo il calendario Hobbit le due giornate di Yule occupavano sempre lo stesso giorno della settimana, ovvero Highday e Sterday (venerdì e sabato).

Calendario Hobbit

Un ulteriore riferimento a questa festività la ritroviamo nel “Guide to the Names in the Lord of the Rings”, l’autore tiene a sottolineare due cose, in primis questa festività non è una consuetudine elfica e in secondo luogo non è una parola della lingua Comune (Ovestron).

Questa è una festività che trova origine dagli Uomini del Nord del Rhovanion, popolazioni che hanno una forte ispirazione germanica nell’immaginario Tolkieniano e pur non descrivendo nel dettaglio usanze e tradizioni applicabili possiamo dedurre con buona approssimazione che sempre al mondo germanico questi devono ispirarsi.

Come ben sa, chi ci segue, i rohirrim in Tolkien incarnano lo spirito inglese antico dell’alto medioevo il fondatore del regno di Rohan, fu Eorl il Giovane che alla guida gli Éothéod, una stirpe degli uomini del nord, lì condusse nel Calenardhon, portando con se non solo la sua gente ma anche le tradizioni e la cultura degli uomini del nord.

Migrazione Eotheod/Rohirrim

La connessione tra Yule, mondo germanico e Rohan è oltre che richiamata dallo stesso autore intrinseca nel etnogenesi stessa di questa popolazione.


La Festa dello Yule per le popolazioni Germaniche

Hwaet!

Beda il Venerabile, nella sua opera De ratione temporum (725) nel descrivere i più importanti calendari della sua epoca, analizza anche quello anglosassone. Egli sostiene che gli anglosassoni chiamavano i mesi di dicembre e gennaio con lo stesso nome ossia Giuli (“…December Giuli, eodem Januarius nomine, vocatur”, Beda) e che festeggiavano l’inizio del nuovo anno il 25 dicembre, lo stesso giorno in cui viene festeggiata la nascita di Gesù, ma solevano chiamare questa notte Modranecht ossia“la notte della madre”, notte in cui probabilmente (“…ut suspicamur”, Beda) solevano celebrare queste “madri”, anche se non abbiamo molte fonti a riguardo ed è tutto ancora in discussione, come sostiene la medievista Dunn.  

Ma come veniva festeggiata questa festività dagli anglosassoni?

Su questo punto, purtroppo, non abbiamo certezze se non qualche testimonianza.

Forse la rappresentazione più chiara di quello che poteva essere lo Yule nel mondo anglosassone/norreno pagano ci viene data da un cristiano, Beda che nella sua Storia ecclesiastica ci riporta un passo ove descrive la corte di un Re pagano Edwin:

“O re, la vita attuale degli uomini sulla terra mi sembra, in confronto al tempo che ci è sconosciuto, come se tu stessi seduto a cena con i tuoi uomini e consiglieri in inverno, con un buon fuoco acceso sul focolare in mezzo alla sala e tutti dentro ben riscaldati, mentre fuori infuriano tempeste di pioggia e neve invernale. Un passero giunge volando rapidamente attraverso la sala; entra da una porta e presto esce dall’altra. Durante il tempo in cui è dentro, le tempeste invernali non possono toccarlo; ma dopo il più breve momento di tempo sereno, svanisce dalla tua vista, ritornando rapidamente dall’inverno all’inverno. Allo stesso modo, questa vita degli uomini appare per un breve istante; quello che è accaduto prima, o quello che verrà dopo, non lo conosciamo affatto. Se, quindi, questa nuova dottrina offre qualcosa di più certo, sembra degna di essere seguita.”

Storia ecclesiastica, Libro II, Capitolo XIII, Beda.

Ecco che incominciamo a ricavare qualche elemento tipico del “far festa” dello Yule, innanzitutto era un momento sociale da passare in comunità nella sala comune di fronte al fuoco, elemento del fuoco che ritroviamo anche nel Beowulf e nel Wanderer.

La “mead-hall” (in anglosassone Meduseld, beorsele, ecc) la sala ove si festeggiava e si rimaneva insieme durante i lunghi e freddi inverni era la sala dell’idromele, la Meduseld di Edoras, da mead hall appunto sala dell’idromele.

La tradizione del ceppo di Yule (yule-log) – un tronco speciale a lunga stagionatura conservato appositamente per essere bruciato lentamente a metà inverno – potrebbe essere iniziata in epoca anglosassone. In alcune versioni di questa tradizione, il ceppo veniva tenuto acceso ininterrottamente fino alla dodicesima notte.

Il momento del bere e del brindisi doveva essere una parte essenziale della festività invocato con il saluto ‘wes hál / wes thu hál’, che ritroviamo nuovamente a Rohan ad esempio, quando Éomer dice a Théoden: «Westu Théoden hal!» ne Il Signore degli Anelli, egli riecheggia l’appello di Beowulf a Hrothgar nel poema in Antico Inglese Beowulf: «Wæs þu, Hroðgar, hal» (Beowulf, l. 407), “Possa tu essere in salute, Hrothgar”.

Tradizioni popolari successive, tra cui processioni/benedizioni sui campi, auguri porta a porta e canti natalizi, noti collettivamente come ‘wassailing’ vengono evidenziati per la prima volta nel periodo altomedievale e potrebbero aver avuto inizio, in qualche forma, come parte dello yule pagano anglosassone.

Altra tradizione è quella di decorare le sale conviviali, nei periodi invernali, con specifiche piante come agrifoglio, edera, vischio e forse tasso. Queste piante sarebbero servite sia ad abbellire la sala del banchetto della festa donando un po’ di felicità e allegria, contrastando le giornate fredde e buie, sia per curare malanni tipici della stagione (anche solo attraverso l’atto di respirarne gli aromi), sia come connessione con la sacralità, come riportato negli erbari anglosassoni come il Lacnunga (in cui addirittura abbiamo un riferimento a Woden.

L’inverno e il freddo, soprattutto alle più alte latitudini, sembrano essere sinonimo di angoscia e disperazione (Wanderer), tristezza come riportato precedentemente. Più a nord nel Gylfanning (L’Inganno di Gylfi) si narra che verrà il grande inverno Fimbulvetr, poi tre inverni anticiperanno la venuta del Ragnarǫk (“il destino degli dei”, ossia la fine del mondo e la rinascita dello stesso, secondo la mitologia norrena) e poi altri tre inverni sempre più freddi.

Anche nelle saghe norrene, come nei poemi anglosassoni, l’inverno è molto presente e fortunatamente in alcune di queste saghe si fa riferimento alla festività dello Jól. A questa festa erano legate anche numerose storie di fantasmi, orchi, satiri e “folletti” (Jóla-sveinar), più si faceva freddo e buio più forza acquistavano queste figure mostruose nelle storie raccontate attorno al focolare.
Nella saga di Grettir Ásmundarson, ad esempio, un pastore comincia una battaglia reciprocamente fatale alla vigilia di Yule con una “creatura malvagia” che assedia la sua fattoria. In realtà questa creatura non è altro che il figlio del vecchio proprietario che ritorna in vita dalla morte come draugr, per danneggiare le proprietà e terrorizzare la popolazione di notte.

Altra saga da annoverare relativamente allo Yule è la Saga del popolo di Eyri (Eyrbyggja saga) che narra di come una famiglia viene assalita poco prima di Yule da una foca soprannaturale che spunta dal camino. Ogni tentativo di malmenare la foca non fa altro che farla salire ancora di più, finché un ragazzo la colpisce con una mazza e la foca cade “come se stesse piantando un chiodo”.

Piccole ma interessanti curiosità norrene:

Il giorno successivo a Yule veniva chiamato atfanga-dagr Jóla, in questa giornata si facevano provviste e si produceva birra fresca: Jóla-öl.

Per quanto riguarda i giochi di Yule, li possiamo ritrovare nelle parole dal norreno e dal danese Jule-buk, Jola-geit = capra di Yule, Danese Jule-leg = gioco di Yule (vedi il dizionario di Ivar Aasen).


Bibliografia e sitografia:

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