La lingua di Rohan

J.R.R. Tolkien fu professore di Filologia Anglosassone presso il Pembroke College di Oxford. Era devoto alla Anglo-Saxon Englishness, appassionato di mitologia e letteratura anglo-germanica, scandinava e finnica.

La sua passione per le lingue la ritroviamo pienamente nei suoi lavori, sicuramente l’elfico è la lingua che di più caratterizza il suo Legendarium (un melting pot di finnico, greco, latino e non solo), ma non è l’unica lingua che si parla nella terra di mezzo, abbiamo anche il Khuzdul (la lingua dei nani) di cui però non sappiamo che alcune parole, l’Ovestron la lingua principale degli uomini che ricalca l’inglese moderno (il “comune” per gli appassionati di GDR).

Gli Éotheod, avi dei Rohirrim (di cui parliamo più approfonditamente qui), erano Uomini del Nord e vivevano a sud dei Monti Grigi, la loro lingua si forma proprio in questa zona, all’inizio della Terza Era, anche con il contatto con l’Adûnaico (la lingua degli uomini di Numenor)

Ma quali sono le origini al di fuori del mondo Tolkeniano di questa lingua?

Tolkien, come abbiamo detto, fu professore di Filologia Anglosassone e proprio a questa lingua si iprira per la creazione di un linguaggio per i Rohirrim.
L‘anglosassone è una lingua germanica, sviluppatesi in Inghilterra a seguito delle migrazioni sull’isola britannica delle tribù germaniche, provenienti dal continente.
L’anglosassone in inglese è detto Old English (OE): databile tra V sec e IX sec. Nel territorio inglese appare da subito diviso in dialetti regionali: a nord il northumbro, l’anglico ed il merciano al centro, sassone occidentale e kantiano al sud.

Un altro dettaglio estremamente rilevante è che Tolkien era originario di Birmigham città che nell’ Alto Medioevo si sarebbe trovata nel regno di Mercia.
Sappiamo che i sassoni occidentali, chiamavano quella terra col nome di Mierce > Mearc > dal Proto-Germanic *markō, che significa terra di confine, parola spesso usata nel mondo germanico per individuare quelle aree o popolazioni che vivevano ai confini.
Da questa parola derivano ad esempio la parola Marcomanni (uomini al confine), popolazione germanica di I-II secolo d.C, e la parola Marchese, chi governava un territori di confine, la Marca (da cui viene ad esemprio il nome delle Marche, la regione Italiana).

Questa parola Marca, dalla quale origina anche il termine Mercia (il regno anglosassone di provenienza di Tolkien) vi ricorda qualcosa?
Marca… Marc… Mark…?!

Nella sua opera magna, il Signore degli Anelli, ci sono rimandi continui alla letteratura anglosassone (avremo sicuramente modo di approfondire questo argomento) uno dei poemi epici ove sicuramente egli trova ispirazione è il Beowulf poema scritto in anglosassone, ma con ambientazione scandinava. Dal Beowulf, ad esempio, egli prende il nome per la grande sala del re dei Rohirrim chiamata Meduseld, da mēdu-sēld (= sala dell’idromele)> medu> Icel. mjödr; m: O. H. Ger. meto, mito mulsum, medum, il nome proprio Éomer, che nel Beowulf troviamo nel verso 1960, era del figlio di Offa, re degli Angli.

Questa connessione tra l’anglosassone ed la lingua dei Rohirrim è confermata dallo stesso Tolkien, nell’Appendice F del Signore degli Anelli, in cui afferma di aver utilizzato una lingua simile all’inglese antico per caratterizzare i Rohirrim, che sono simili nella loro esistenza primitiva agli anglosassoni.

Tolkien per la lingua di Rohan uso esclusivamente questo nome “Rohan” non dando mai un vero e proprio nome a questo linguaggio differentemente da altri linguaggi come quelli degli elfi, dei nani e degli stessi uomini che hanno tutti un nome proprio come: Quenya, Khuzdul, Sindarin etc.
Solo nel saggio “The Rivers and Beacon-hills of Gondor” usò l’aggettivo “Rohanese” ma non è chiaro se si riferisse alla lingua o fosse usato come semplice aggettivo.
Tra gli espertiviene più comunemente usato il nome “Rohirric“, coniato da Robert Foster in La Guida Completa alla Terra di Mezzo, modellandolo probabilmente sulla desinenza -ic di “Adûnaic“; un nome che potremmo dire apocrifo.

Il Professore, nel romanzo, fa quindi parlare una variante di Old English ai Rohirrim, probabilmente il dialetto Merciano, inserendo frasi quali: “Westu Théoden hàl!” quando Eomer saluta il suo sovrano: westu > be-thou well = “stai bene”.

I Rohirrim chiamano sé stessi Eohtheòd> eoh= cavallo + þéod (ags)= popolo.

Molti nomi propri di personaggi illustri derivano dalla parola eoh cavallo come ad esempio i nipoti del re Éomer e Éowyn.

Rohan però è un termine Sindarin (una lingua elfica) significa “terra dei cavalli”.

Molte sono le connessioni linguistiche tra i Rohirrim e le popolazioni germaniche altomedioevali, uno dei più alti titoli a cui si potesse ambire nella gerarchia militare è quello di maresciallo, lemma risalente germanico *marho-skalkoz= guardiano dei cavalli.
Qualifica che veniva assegnata agli uomini di cui il Re si fidava magiormente, ma non nel mondo anglosassone, ma in un altra popolazione germanica quella dei Lognobardi, Alboino, primo Re Longobardo, d’Italia affida al suo Maresciallo Gisulfo il primo ducato, quello di Cividale del Friuli.

Le influenze germaniche nell’ideazione dei Rohirrim sono evidenti su più livelli e quello linguistico è sicuramente uno dei più evidenti.

Forse ad influenzare la creazione di questa popolazione è stata la scoperta dell’area archeologica di Sutton Hoo (contea del Suffolk, 1939) scoperta di un’importanza enorme al livello archeologico e storico, ove viene rinvenuta una nave funeraria del VII secolo, scoperta avvenuta proprio mentre Tolkien stava scrivendo la sua opera.
Ci piace pensare che questa scoperta abbia potuto influenzare il professore nel tratteggiare i Rohirrim.

Altre similitudini con le popolazioni germaniche possono trovarsi:

nell’uso dei tumuli funerari dove vengono seppelliti i Re di Rohan, che potrebbe richiamare quello di Maeshowe nelle isole Orcadi (Scozia).
La riunione della þing (l’assemblea di governo delle società germaniche) prima di combattere Saruman.
La figura di Eowyn, fanciulla guerriera che ci rimanda alle skjaldmeyjar norrene (shieldmaiden), ma anche scena in cui ella offre una coppa ad Aragorn: sembra la figura riportata sulla pietra di Tjängvide (Gotland), in cui una fanciulla (valchiria?) è rappresentata nell’atto di offrire una coppa ad una figura maschile (Odino?), che cavalca un cavallo ad otto zampe (Sleipnir).
Topos letterario che si ripete nelle mitologie germaniche, quello dell’offerta della coppa, che ritroviamo anche nell’Historiae Langobardorum di Paolo Diacono (Rosmunda e Alboino 572 d.C., questa coppa però era stata ottenuta dal cranio del padre di lei, o nell’incontro tra Authari e Theodolinda, sempre nell’Historiae Langobardorum, per ritornare ai Longobardi di cui abbiamo parlato prima.

In conclusione possiamo affermare che i Rohirrim parlavano una variante dell’anglosassone e possono essere paragonati agli anglosassoni delle poesie e delle leggende per molti aspetti, ma con l’aggiunta di ulteriori dettagli, anche fondamentali, come ad esempio il forte legame con i cavalli; è noto che gli Anglosassoni erano restii all’uso dei cavalli se non per mero trasporto.
Due infatti saranno le battaglie fondamentali perse da questi proprio per assenza di una cavalleria, battaglia di Maldon del 991 e di Hastings del 1066.


Parole anglosassoni tra gli hobbit

L’uso dell’anglosassone nel Legendarium non si ferma però ai soli Rohirrim ma si estende anche agli hobbit.

Ad esempio dalla parola māðm o māðum = oggetto prezioso, deriva il termine mathom con cui gli hobbit indicano gli oggetti preziosi che non vogliono gettare sebbene di non immediata utilità; i nomi di alcuni mesi del calendario hobbit Forelithe (in anglosassone Æ’rra Líþa) e Afterlithe (in anglosassone Æftera Líþa): ærra (=fore, prima) līða e æftera(=after, dopo) līða (Ǽrra Líða= Junius, vedi i mesi in inglese June e July), ma anche Afteryule (in anglosassone Æftera Géola), e Foreyule (in anglosassone Æ’rra Géola) [Se volete sapere di più sulla festività dello Yule seguite il link].


Smial, termine col quale gli hobbit indicano tane e cunicoli, viene dall’anglosassone smygel= tana, cunicolo.

Lo stesso termine Hobbit deriverebbe dall’ipotetico termine anglosassone *hol= caverna, tana + bȳtla= costruttore, Tolkien stesso nell’Appendice F riferisce sia totalmente inventato e attribuibile a Rohan, difatti il verbo anglosassone býtlian significa costruire, mentre *hol=caverna, buco. Il motivo per cui anche gli hobbit usano il Rohiric è spiegato sempre nella Appendice F, questi infatti, prima di stanziarsi nella Contea, vivevano nella stessa area degli uomini del Nord da cui gli stessi Éotheod hanno origine.


Ulteriori parole anglosassoni

Isengard > īsen = ferro + geard = luogo recintato.

Ent > ent-cyn = gigante. (uomini albero nel SDA)


Alcuni nomi illustri

Théoden> þēoden = Signore, Re significa “Sovrano del Popolo”

Éowyn> eoh = cavallo + wyn = amico dall’unione dei nomi dei genitori (Éomund e Theodwyn) significa amica/amante dei cavali”.

Éomer> eoh = cavallo + maer = famoso, significa “Insigne Cavallo da Guerra”.

Théodred> þéod = popolo + roed= consiglio, significa “Consigliere del Popolo”

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